Il 15 marzo scorso è venuto in visita alla nostra Cooperativa il Garante delle persone private della libertà personale, Marcello Marighelli e le sue collaboratrici Carla Brezzo e Francesca Cappola.
La visita ha avuto inizio presso i laboratori di assemblaggio della sede della Cooperativa a Mancasale dove il Garante ha incontrato alcuni dei nostri lavoratori. In particolare ha ascoltato le storie di chi è sottoposte alle misure alternative (uno dei quali ospitato presso le nostre strutture).
Il Garante accompagnato da Francesca Cavedoni ed Elena Frascaroli si è poi spostato a Casa Don Dino Torreggiani, la casa presa a modello anche in ambito universitario, attraverso una pubblicazione (Cerrocchi, Cavedoni, 2016) – adottata nei corsi di laurea scienze dell’educazione e scienze pedagogiche – sulla cura educativa per il reinserimento sociale di persone sottoposte a misura alternativa alla detenzione. Durante la visita al gruppo-appartamento Torreggiani (media protezione, ora in evoluzione per divenire struttura per persone provenienti dal Centro di Salute Mentale) gli ospiti della casa hanno accolto i visitatori.
Casa Don Dino è stata protagonista del progetto ACERO che, ormai concluso, ha accolto circa 25 persone in 2 anni (2013 e 2014). La speranza è quella di poterlo riproporre.
Il gruppo si è poi spostato in Polveriera dove Massimo Caobelli ha raccontato il progetto Semiliberi e mostrato tutti i lavori che vengono prodotti dai detenuti all’interno del laboratorio di falegnameria.
L’attenzione si è poi spostata sul progetto EDUCATE, di cui L’Ovile è Capofila, e sull’importanza che riveste nella creazione di un modello sulla formazione degli educatori che operano in ambito detentivo e di esecuzione penale esterna (modello che sia trasversale ai 5 paesi europei: Spagna, Portogallo, Romania, Grecia, Italia).
L’obiettivo del progetto è infatti quello di costruire un modello, riconosciuto a livello internazionale, che riconosce alla figura educative un ruolo centrale e primario nel trovare risposte ai bisogni e nell’interazione con le dimensioni variegate della fragilità intesa in senso più ampio. Il percorso di riflessione vuole costruire un training e un profilo di competenze di educatore “efficace” che lavora in questo ambito difficile e complesso tenendo a riferimento l’intervento educativo che deve essere sia personalizzato che di comunità cioè in linea con le regole interne/esterne di gruppo, ma anche in riferimento alla società esterna.
Il progetto prevede il coinvolgimento dell’Ufficio del Garante nel progetto EDUCATE in particolare Carla Brezzo è convocata al tavolo del prossimo focus group che si terra il 27 aprile 2018.
“Il Garante si attiva per il rispetto dei diritti e della dignità di chi è privato della libertà personale. Secondo quanto previsto dalla legge regionale istitutiva (L.3/2008 e successive modificazioni), è scelto fra esperti esterni alla Pubblica Amministrazione di comprovata competenza ed esperienza professionale in ambito penitenziario, nel campo delle scienze giuridiche, delle scienze sociali o dei diritti umani e deve offrire garanzia di probità, indipendenza, obiettività, competenza e capacità nell’esercizio delle proprie funzioni. E’ una figura autonoma e indipendente. http://www.assemblea.emr.it/garanti/i-garanti/detenuti/il-garante