È partito a gennaio un nuovo anno di servizio civile in cooperativa. Ilaria, Sulayman e Wissal sono i nomi dei tre ragazzi per i quali ha preso il via questa nuova avventura. Abbiamo fatto loro qualche domanda per conoscerli meglio e indagare le ragioni di una scelta che noi riteniamo tanto importante e formativa.
Sono venuta a conoscenza del SCV grazie al suocero di mio fratello che lavora nella polizia penitenziaria. Ero alla ricerca di un lavoro e ho provato a fare iscrizione mandando il curriculum. Non avevo mai sentito parlare del servizio civile. Nelle scuole non se ne parla. Forse più all’università. Ho studiato ragioneria.
Ho scelto di fare domanda come un’opportunità di lavoro. Comunque è un’esperienza importante per il cv.
Ho scelto un progetto nel servizio Salute Mentale perché l’appartamento dove andrò è vicino a casa e mi ispirava il racconto per immagini. Ho chiesto informazioni e il progetto mi ha interessato.
Per l’anno che mi aspetta spero di trovarmi bene con gli operatori. Temo di trovare qualche ospite più grave del previsto visto che mi impressiono facilmente. Finora mi sono trovata benissimo.
Vorrei riuscire a far tornare la voglia di vivere agli utenti del servizio. Con loro sto facendo un corso di cucina. Io insegno e loro sono contenti. Gli piace molto mangiare e sono andata sul sicuro. Mangiavano sempre le stesse cose e vedevano il mio pranzo che era a loro sconosciuto. Gli ho proposto di insegnargli nuove ricette. Mi sono confrontata con gli operatori e ho iniziato. Gli piace mangiare, un po’ meno lavorare e pulire, ma comunque si danno da fare.
Gli operatori fanno cose “utili”, che io non posso fare. Io cerco di fare cose ricreative. Sono soddisfatta.
Come progetto futuro vorrei fare l’educatrice cinofila, per persone disabili o con problemi di cecità. Adoro gli animali e il cane guida è una cosa meravigliosa. Mi piacerebbe addestrarli per aiutare le persone sul piano affettivo e nella vita di tutti i giorni. Ho fatto volontariato al canile, ma come minorenne ero limitata. Quest’anno voglio fare un corso per prendere la qualifica di addestratrice. Un domani vorrei fare il lavoro che mi interessa in modo stabile, avere una famiglia.
Ho scoperto il servizio civile grazie ad una mia amica che mi ha detto che c’era questa possibilità ma non ho conosciuto nessuno che lo ha già fatto.
Ho scelto di fare domanda perché lavorare con i disabili è una cosa che mi interessa molto. Non ho mai avuto occasione di fare esperienza prima ma è una attività che mi attira molto.
Quando ho dovuto sceglie il progetto sono stato indirizzato e aiutato. L’unica cosa davvero importante era poter lavorare con persone disabili.
Non ho timori per l’anno che mi aspetta ma aspettative di crescita e conoscere nuove realtà. I miei progetti per ora sono sul servizio civile, poi si vedrà.
Fra 5 anni mi vedo con una famiglia e dei figli, 2 massimo 3. Come lavoro mi piacerebbe continuare nel sociale, non solo con le persone disabili ma il settore è questo.
Oggi oltre al servizio civile lavoro anche in un fast food e prima ho lavorato in un centro commerciale.
Ho visto molte città italiane e quella che mi piace più di tutte è Napoli.
Ho pensato di fare il Servizio Civile quando ho visto un volantino appeso in Comune. Ho letto L’Ovile ho pensato che poteva essere interessante visto che ci avevo già fatto lo stage. Non conosco nessuno che ha già fatto il SCV.
Avendo fatto un mese di stage al NE mi ero trovata così tanto bene che ho voluto tornarci.
Per ora non ho particolari timori. Vedo il servizio civile come un’occasione di crescita personale ma anche un’occasione per chiarirmi le idee perché sono ancora molto indecisa.
Non ho un progetto sul lungo periodo, non so come sarà fra 5 anni. Non so nemmeno come sarò fra un mese, sono una persona che vive giorno per giorno.
Però un lavoro nel sociale mi interessa, ho fatto una anno di volontariato in una comunità per ragazze minorenni, per due anni ho allenato bambini in una squadra di basket da 6 ai 10 anni.
Ho sempre puntato a mettermi in gioco, fare le cose. Questo mi viene meglio che stare dietro ai banchi.
Abito in un paesino tranquillo e mi piace molto più della città, troppo caotica e inquinata. Sono anche ambientalista.