Il 12 marzo scorso è stato presentato il bilancio dell’accoglienza che cooperative sociali e associazioni, raggruppate in reti, hanno messo in atto dal 2014 per rispondere a quella che possiamo definire una vera “emergenza umanitaria” all’interno della provincia di Reggio Emilia.
Il documento, consultabile QUì , non fornisce solo cifre, ma anche le dinamiche dei percorsi di accoglienza, i servizi offerti alle persone, le modalità di integrazione, la distribuzione nel territorio e gli impatti economici legati all’accoglienza straordinaria.
In questo documento sono riassunte le cifre e i percorsi con l’intento di “rendere conto” di quello che è stato fatto concretamente nel territorio per le persone in fuga da situazioni non scelte e per quelle che, a propria volta, si sono trovate a compartecipare ad un’accoglienza, anche questa, non scelta né, probabilmente, desiderata.
Il bilancio rende evidenti i tanti impegni che si sono intrecciati fra istituzioni, amministrazioni locali e servizi pubblici, mondo del volontariato e dell’associazionismo, comunità e cittadini, e non sono quelli delle cooperative e associazioni, storicamente nate per accogliere e da decenni impegnate a sostegno di persone e famiglie in difficoltà, nell’inclusione sociale e lavorativa di quanti sono a rischio di emarginazione.
Il territorio reggiano di fronte ad un’urgenza umanitaria è divenuto a maggior ragione accogliente perché già lo era.