Sono un solitario. Mi hanno fatto diventare così. Le altre persone e gli eventi della mia vita mi hanno cambiato.
Da piccolo ho avuto un grave incidente che mi ha costretto in coma. Una volta guarito, non ho più potuto camminare bene. Sono rimasto segnato profondamente da questa esperienza. La difficoltà che non ho potuto nascondere agli altri mi ha esposto alla cattiveria, alla stupidità, al bullismo e purtroppo questo mi ha causato molto dolore.
Quelli che credevo amici mi hanno preso in giro, le persone che ho amato non erano sincere con me. C’è stato chi ha preso decisioni per me, per aiutarmi a superare le difficoltà, ma io mi sono sentito inutile e incapace per questo.
In un momento così buio, è facile entrare in brutti giri e rovinarsi la vita. Io invece ho scelto di stare lontano dalle brutte compagnie. Ho preferito chiudermi nella mia solitudine a riflettere. Puoi superare le difficoltà solo se riesci a guardare diversamente a quello che ti è successo ed è quello che ho fatto.
Stare solo mi piace perché non devo confrontarmi con i capricci e le imposizioni degli altri. Dedico molto tempo a quello che ho voglia di fare – andare in bicicletta, passeggiare con il mio cane in mezzo alla natura, ascoltare la musica, girare per la città – ho uno spazio per pensare a me.
È stata proprio la solitudine a farmi capire una cosa importante: io non voglio perdere la voglia di stare con gli altri a causa di chi mi ha fatto del male. Sì, le delusioni mi hanno reso diffidente: tengo alla larga le persone arroganti e aggressive, ma se una persona si avvicina con gentilezza e rispetto, io sono pronto a fare amicizia.
Nel mio percorso mi hanno aiutato anche le passioni: il canto, l’impegno verso chi è bisognoso, il lavoro.
Amo cantare da sempre. Ho studiato un anno presso l’Università della Musica e dello Spettacolo di Napoli e ho partecipato a molti concorsi canori. La musica e il canto sono una medicina: mi permettono di esternare le emozioni e di dimenticare i pensieri negativi. E poi, ricorderò sempre che la musica mi ha salvato: mi sono risvegliato dal coma sulle note delle canzoni di Gigi Finizio, che tuttora amo molto.
Nel futuro voglio aumentare il tempo che dedico al volontariato. Il sabato lo faccio già alla mensa della Caritas, ma vorrei fare di più. Ho imparato sulla mia pelle che bisogna saper dare aiuto a chi ha bisogno nel modo giusto. Mi piacerebbe poter essere di supporto alle persone fragili, poter rendere la loro vita piacevole: lavarli, accudirli, ascoltarli. È questo ciò di cui hanno bisogno. Farò in modo di ritagliarmi tempo da dedicare a questa mia passione.
Infine, il lavoro per me è importantissimo. Ho svolto molti impieghi diversi: tutti i datori di lavoro mi rinnovavano il contratto di tre mesi in tre mesi. Questo mi infastidiva perché un lavoro deve darti stabilità, sicurezza e permetterti di progettare il futuro. Oggi spero nel lavoro per poter raggiungere i miei prossimi traguardi, per esempio andare a vivere da solo.
A L’Ovile mi occupo della raccolta dei rifiuti in carta e plastica: mi alzo presto la mattina, svuoto i contenitori presenti nei centri commerciali, chiudo cassette di frutta e verdura e mi occupo anche di pulizia dei bagni. È un lavoro impegnativo, ma mi piace molto e lo svolgo con serietà. Non bisogna essere laureati per essere professionisti.
Anche il lavoro è una specie di medicina, come il canto: mi permette di concentrarmi e allontanare la negatività. Mi alzo la mattina con una grande energia, non vedo l’ora di iniziare la giornata perché so che durante il lavoro la rabbia, la tristezza, i brutti pensieri vanno via. E poi mi piace scherzare con i colleghi e ho iniziato a fare amicizia con alcune persone: lavoriamo sodo e nei momenti di pausa ci concediamo un caffè al bar e qualche chiacchiera.
Continuo ad amare la solitudine, è una mia caratteristica. Sono felice di avere la mia libertà, ma sto trovando persone con cui sto bene, che mi rispettano e mi trattano con gentilezza.
Nonostante le difficoltà del mio passato, oggi spero ancora di ricevere il rispetto e l’amicizia che offro sempre agli altri.