Forse dovrei dire: ci sono riuscito, ma la strada è ancora lunga.
Ho una famiglia, un gruppo di amici, un lavoro, degli hobby. Non è stato sempre così.
Appena finita la scuola ho passato un anno chiuso in casa. La paura di quello che gli altri potevano pensare di me mi immobilizzava. Non pensavo ad altro. Non mi sentivo mai all’altezza delle aspettative altrui, come se fossi sempre sotto esame e sempre giudicato male. In quel periodo non avevo nemmeno la patente come altri miei coetanei. Volevo andarmi a cercare un lavoro e l’indipendenza che desideravo, ma non potevo.
Con le ragazze ero permaloso, non sapevo come esprimere ciò che sentivo e spesso finiva che loro si scocciavano, io rimanevo ferito dalle loro risposte e mi sentivo inadeguato, deriso, sempre sbagliato. Quando provavo a chiedere scusa loro non capivano, pensavano che volessi insistere e non credevano alla mia sincerità.
«Che accidenti devo fare per piacere a una persona?», mi dicevo.
Ho iniziato un percorso con uno psicologo e uno psichiatra, che mi ha dato un enorme aiuto nel gestire le mie ansie. Le terapie hanno sempre una fine: una persona deve imparare a camminare con le sue gambe. Grazie a questo percorso ho imparato a tenere a bada le mie paure, osservare i miei comportamenti, conoscermi meglio.
Ho imparato a riempire la mia vita di molte cose. Amo il cinema, la lettura, uscire con i miei amici e recitare. Recito da molti anni e sono davvero appassionato. Purtroppo, la pandemia ha fermato il nuovo progetto teatrale che stavamo portando avanti con il gruppo dell’ASL: una tipologia di recitazione molto fisica, stancante, con pochi dialoghi e molte azioni e movimenti. Questo va incontro alle esigenze di chi recita e non sa esprimersi a parole, ma ho scoperto di essere anche io molto bravo in questa particolare tecnica espressiva.
Il lavoro è diventata un’altra parte importante della mia vita. Sono riuscito a prendere la patente e ho trovato il mio primo lavoro in una stalla, ma non mi piaceva. Ormai da un anno e mezzo lavoro a L’Ovile e mi occupo di assemblaggio. Sono fiero che i miei responsabili mi vedano migliorato: sono più veloce nello svolgere i compiti e sono apprezzato dai colleghi come persona, per la mia ironia e il mio buonumore.
Quindi sì, ci sono riuscito, ho fatto passi avanti e migliorato la mia vita, ma la strada è ancora lunga. Ci sono ancora molti traguardi da raggiungere, i più importanti: un lavoro fisso, l’indipendenza economica, trovare una persona che mi stia vicino.
Porto sempre con me le mie ansie, ma oggi so governarle da solo. Finalmente ho anche dato risposta a quella domanda. Che cosa devo fare per trovare la persona giusta per me? Piacere agli altri non può essere un dovere, io continuo ogni giorno a conoscermi meglio ed apprezzarmi e spero un giorno di trovare chi saprà fare lo stesso.