A venticinque anni è avvenuto il cambiamento.
Vivevo con i miei genitori e avevo un buon lavoro. Avevo pochi amici, le persone non mi accettavano per com’ero, mi escludevano, a causa della mia originalità. La mia vita procedeva, ma non potevo dirmi felice.
Un giorno in cui le cose andavano particolarmente male ho sentito una voce: «Renditi indipendente dalla tua famiglia, sbarazzati delle cose superflue che ti fanno del male!». Subito non ho dato peso a tutto questo. Non sono mai stato credente, ero piuttosto scettico. Eppure, non ero soddisfatto della mia vita e mi sono detto: «Vado in chiesa, provo a pregare. Male non farà.»
La preghiera mi ha dato la forza di fare un primo, enorme passo: dichiarare ai miei genitori che mi sarei reso indipendente da loro. Mio padre insisteva per aiutarmi economicamente, ma alla fine ha accettato vedendomi determinato. Ho capito che la voce dentro di me aveva ragione: dovevo essere protagonista in quel rapporto, non dipendente a vita.
Ho continuato a pregare, mi sono avvicinato alla religione e in questo percorso ho conosciuto nuovi amici, che rappresentano il momento del mio cambiamento: persone speciali, che mi accettavano per ciò che ero, che mi ascoltavano e mi stavano vicino. Ho iniziato ad uscire con loro e le cose sembravano andare meglio.
Eppure, la voce nella mia testa si faceva più insistente. Ho continuato ad andare in chiesa, per capire il mio momento di crisi e perché avevo timore di questa voce sempre più forte: «Getta via i tuoi dischi, non capisci che sono una fissazione? È idolatria! Finirai male se continui così!». Passavo ore e ore a comprare, ascoltare e curare i pezzi della mia sterminata collezione di vinili, da solo, senza poter condividere con nessuno questa passione, perché in realtà era una vera ossessione.
A quel punto, tutto è precipitato. Sono stato male e mi hanno ricoverato. In quei giorni bui, ho avuto vicino i miei amici e da allora sono seguito da uno psichiatra.
Dopo qualche tempo, le cose sono andate meglio. Ho continuato il mio percorso con il medico e a pregare, per trovare conforto e risposte. Mi sono incamminato su un sentiero di fede, consapevole che la fede è un dono, che arriva a te se sei pronto per riceverlo. Credere significa sentire sempre qualcuno che ti sostiene. Molti aspetti della mia vita sono migliorati, ma la fede non cancella i problemi! Ci sono sempre sfide e difficoltà da affrontare, ma grazie al Signore non ne ho timore.
Ho dato molto a Dio: tempo, preghiera, dedizione e ho ricevuto molto di più. Ho incontrato quella che oggi è mia moglie Ursula, con cui sono felicemente sposato e che ha condiviso con me momenti belli e brutti. Per lei voglio essere un marito presente, voglio darle il meglio.
La fede mi ha posto su un percorso di continua trasformazione su cui non mi sento mai arrivato. Mi sono proposto di cambiare e migliorare fino al mio ultimo giorno di vita.
Essere una persona religiosa mi ha reso più sicuro di me stesso, prendo gli impegni e le responsabilità con coraggio e determinazione, sono meno accessibile alla paura di ciò che può succedere, sto abbandonando l’idolatria che avevo verso i miei dischi in vinile. Sono convinto che la conversione mi abbia cambiato l’esistenza.
Anche nel lavoro le cose vanno bene. Dopo alcuni impieghi diversi e un periodo di disoccupazione, dopo molti corsi di formazione (pulizie, fotografia e altro), oggi ho un lavoro da operatore ecologico che mi piace e ho colleghi presenti, attenti, umani. Ho amici che mi vogliono bene e una mamma a cui racconto le mie giornate, portandole allegria: i suoi sorrisi mi danno molta gioia.
Stare con le persone mi dà così tanto di più rispetto ad un pezzo di plastica che suona sempre la stessa musica. Negli altri trovo Gesù e questo mi dà una grande forza: lo vedo nel bisognoso, nel sorriso di un amico, nella chiacchiera con chi di solito va di fretta e non ascolta, ma quella volta si ferma e ha tempo per te. Se ci fai caso, è dappertutto.
Io consiglio a chiunque sia in difficoltà di pregare, come ho fatto io. Funziona. Certo, deve essere un desiderio personale, perché il Signore non obbliga nessuno a seguirlo. La scelta sta a noi.