Abbiamo intervistato altre due partecipanti al Servizio Civile Nazionale presso la nostra cooperativa, chiedendo loro di raccontarci aspettative, speranze e sogni per l’anno di Servizio che hanno intrapreso. Ecco a voi Giulia e Debora!
Come sei venuta a conoscenza del SCV?
- Giulia- Ho saputo del servizio civile tramite una mail dell’università e tramite amici che mi avevano parlato di questa esperienza
- Debora – Ne ho sempre sentito parlare, soprattutto da mia cugina che ha fatto questa esperienza. Poi ho visto l’annuncio su Facebook e ho deciso di approfondire, scoprendo così che era uscito il nuovo bando
Conosci altri ragazzi che hanno fatto il SCV?
- Giulia – Ho amici che hanno fatto il servizio civile e mi hanno raccontato di questa loro esperienza
- Debora – Mia cugina ha fatto il servizio civile, anche se in un’organizzazione diversa visto che non vive qui a Reggio Emilia
Cosa ti ha spinto a presentare domanda?
- Giulia – Mi interessava fare un’esperienza di 1 anno sul campo, associata a quello che sto studiando all’università. Soprattutto, per me era importante capire se mi sarebbe davvero piaciuto lavorare in questo settore oppure se era solo un’idea che mi ero fatta.
- Debora – La scuola che ho fatto mi ha formato al lavoro nel sociale ed ho avuto la possibilità di vivere esperienze a contatto con persone che vivevano diverse situazioni, mai però con persone con disabilità. Volevo vedere come potevo trovarmi in questa situazione.
Perché hai scelto questo progetto tra tanti?
- Giulia – Mi piaceva l’idea di andare incontro a persone con difficoltà non tanto fisiche, ma mentali e di potermi confrontare con un ampio spettro di difficoltà. Un altro aspetto interessante era il fatto che gli ospiti del servizio fossero inseriti in un contesto familiare, una “casa” in cui condividono la quotidianità.
- Debora – Di come si lavora con persone disabili ho sempre sentito parlare, di come sia importante confrontarsi con le loro difficoltà, ma anche con le abilità. Volevo vedere come reagivo io in una situazione di questo tipo.
Quali sono i timori per l’anno che ti aspetta?
- Giulia – Inizialmente avevo il timore di non dare qualcosa agli ospiti, di aver paura di dire la mia in certe occasioni perché penso di non avere esperienza e penso di non essere capace. Sono consapevole che bisogna mettersi molto in gioco e avevo paura di non riuscire a fare tutto il possibile.
- Debora – La paura era quella di trovarmi in una nuova realtà e di non sapere come affrontare le situazioni difficili. Avevo paura di sbagliare, ma fino ad ora è andato tutto bene.
Quali sono le aspettative e i desideri per l’anno di SCV?
- Giulia – Mi piacerebbe rimanere oltre il mio anno di servizio civile e poi mi piacerebbe dare qualcosa che non è ancora stato dato; essere per i ragazzi una compagnia piacevole e condividere tanto con loro, momenti belli e brutti; essere una novità rispetto agli operatori, in modo che gli ospiti si aprano con me e dicano come la pensano; ho apprezzato che gli operatori non mi abbiano dato troppo istruzioni all’inizio: mi lasciano la libertà di provare e poi ci confrontiamo
- Debora – Spero di continuare a trovarmi bene, di integrarmi sempre di più, di rimanere a lavorare in questo servizio perchè è una bella realtà. Vorrei contribuire a far stare gli utenti ancora meglio di quanto non stiano oggi.
Hai altri progetti per il futuro? Come ti vedi fra cinque anni?
- Giulia – Penso di continuare a lavorare in questo ambito. E poi io ballo, per cui mi piacerebbe mettere la danza in progetti con persone fragili, come strumento di terapia.
- Debora – Sicuramente vorrei rimanere nel posto in cui sono perché si sta bene; se non sarà possibile, vorrei continuare a lavorare in questo settore. Ho capito che se ci saranno difficoltà, ci saranno comunque persone che mi aiuteranno. Mi piace far stare bene le persone, supportarle nelle piccole cose così come nella conquista di abilità più complesse.