Cooperativa L’Ovile, per mission, da sempre accompagna i lavoratori che vivono situazioni di precarietà economica nella gestione del budget personale, con l’obiettivo di arginare indebitamenti eccessivi e di garantire maggiore stabilità ai loro nuclei familiari. L’Ufficio Inserimento Lavorativo e gli Orientatori della cooperativa, in collaborazione con i Servizi Sociali, accompagnano le persone in tirocinio che affrontano momenti di difficoltà. Il Responsabile Amministrativo de L’Ovile è a disposizione delle persone interessate a richiedere un finanziamento a banche e finanziarie, per valutare insieme a loro le scelte possibili. Per gli accolti presso le strutture residenziali della cooperativa, la gestione economica è parte del progetto educativo personalizzato.
Oggi, di fronte al progressivo impoverimento del ceto medio – che ricercatori e giornalisti raccontano a livello locale, nazionale ed europeo – diventa sempre più complesso riconoscere nuove fragilità, molto estese, ma che non si manifestano volentieri. La diffusione di fenomeni come i disturbi psichici, l’indebitamento delle famiglie e il lavoro fragile sono segnali di economie familiari al limite della povertà, che il Covid-19 ha sicuramente aggravato, ma che esistevano anche prima della pandemia.
Il 9° rapporto sulla coesione sociale 2020 dell’Osservatorio Coesione Sociale della Camera di Commercio di Reggio Emilia ci dice che più della metà dei beneficiari dei buoni spesa erogati dai Servizi Sociali in occasione del primo lockdown sono persone (molti italiani) sconosciute ai servizi sociali (a Reggio Emilia e Correggio si arriva all’80%). Si tratta molto probabilmente di famiglie sotto pressione per rispondere a stili di vita impegnativi dal punto di vista economico, che non hanno retto ad una situazione di emergenza.
Un report della Banca d’Italia diffuso nel 2020 nel Nord-Italia, conferma questa tendenza: il 34% delle persone riscontrerebbe difficoltà nel sostenere le spese ordinarie per più di tre mesi in assenza di entrate, il 16% per più di un mese. Questo significa che già prima del Covid-19 una parte della popolazione aveva una situazione economica che non le permetteva di affrontare una crisi improvvisa.
Del resto, se in provincia di Reggio Emilia si è registrato negli ultimi anni un aumento di reddito, questo è stato annullato di fatto dall’inflazione e dall’aumento delle tasse.
Questa fotografia offerta dall’Osservatorio Coesione Sociale della Camera di Commercio di Reggio Emilia invita gli enti pubblici ad investire su interventi di politica sociale in grado di intercettare queste nuove situazioni di fragilità e suggerisce al Terzo Settore di intensificare strategie territoriali per promuovere azioni culturali di educazione alla gestione economico-finanziaria, contrasto alla ludopatia e lotta alla violenza economica di genere.