Nell’ultimo anno, il sistema organizzativo dei servizi socio occupazionale e del tempo libero ha adottato una nuova struttura organizzativa con il nome Strade. La nuova disposizione è nata in seguito al Bando della Regione Emilia Romagna per il riassetto organizzativo dei servizi offerti alla popolazione con disabilità.
Non avremo più singoli socio occupazionali come Nessuno Escluso, ILAB e tutti gli altri che abbiamo conosciuto fino ad oggi, ma un unico progetto di inclusione e socializzazione. Il ciclo degli ex socio occupazionali si conclude e apre le porte a un nuovo progetto di valorizzazione delle diversità.
Il nuovo ambito socio occupazionale vuole offrire diverse strade, proprio come dice il nome del progetto, per permettere alle ragazze e ragazzi di vivere esperienze di scoperta e apprendimento, che vadano oltre la funzione del servizio, con una massima apertura verso al città.
Autonomia, cittadinanza, occupabilità sono i pilastri fondamentali che caratterizzano i percorsi offerti che insieme alla rete dei promotori (Comune di Reggio Emilia, Assessorato al Welfare e Assessorato a Pari Opportunità e Città Senza Barriere, l’ASL- Servizio Disabili Adulti, l’Unione Terra di Mezzo, l’Unione Colline Matildiche, Farmacie Comunali Riunite), al Consorzio Oscar Romero, dei pubblici, dei privati, alle persone con disabilità e le loro famiglie co-progettano percorsi per sviluppare competenze necessarie all’essere adulti e alla vita quotidiana; favoriscono momenti di educazione alla cittadinanza attiva; valorizzano il valore della fragilità non come ostacolo ma come risorsa umana, culturale e sociale.
Strade è, dunque, un nuovo ambito di opportunità socio occupazionali e di tempo libero per: una maggiore autonomia possibile al fine di poter disegnare il proprio progetto di vita; garantire attività e percorsi personalizzati per osservare e conoscere la persona, per consentire apprendimenti specifici e per farle praticare esperienze di ciò che ha appreso in un contesto di adulti in relazione con la città.
Le aeree di vita principali sui cui si lavora sono otto e hanno lo scopo di sostenere ogni persona nel suo percorso d’autonomia, cittadinanza e occupabilità:
Il primo importante cambiamento organizzativo è stata la struttura dei luoghi. Infatti, gli spazi diventano polifunzionali e non solo di servizio; luoghi aperti alla comunità, ai bisogni molteplici e alle opportunità del territorio; gli spazi offrono proposte a diversa intensità affinché ogni persona possa svolgere un percorso idoneo alle proprie necessità. Gli spazi che prima erano destinati alle attività inclusive sono stati riprogettati secondo una nuova logica di spazio. Anche la città diventa “abilitante” e si creano percorsi in luoghi di vita quotidiana come il centro sociale Catomes Tot, la palestra Your Fit, Piscina Melato, la biblioteca, i musei e tanti altri.
Ogni persona con disabilità, prima di essere un fruitore del servizio, è una persona ed è il prerequisito che sta al centro. Il primo passo per iniziare una strada è quello di osservazione della persona insieme alla famiglia, considerando non solo l’aspetto della disabilità ma della sua vita, e creare una documentazione che faccia memoria del percorso. Solo dopo questo passo si possono scegliere i luoghi dove allestire percorsi su obiettivi precisi e cambiando nel tempo le proposte di apprendimento. Così facendo, ogni persona può mantenere viva la ricerca della propria autonomia perché quando una autonomia viene conquistata si inizia un nuovo percorso.
L’ attività di “imparare facendo” che crea esperienza, e quindi, l’autonomia, si sviluppano nei diversi luoghi della città e dei Comuni perché è in questo contesto che la persona vive e deve apprendere tutte le conoscenze per farsi strada.
Questo verrà realizzato con accompagnamenti mirati agli eventi e ai luoghi in coerenza con gli obiettivi e il percorso della persona; tirocini e percorsi di cittadinanza attiva nel territorio; percorsi ludico creativi e gruppi di uscita autonomi; gruppi intesivi per consolidare l’esperienza appresa.
Un’altra novità è la creazione delle “bolle”. Sono state creare sei bolle che ospitano al loro interno circa 25 fra ragazze e ragazzi. Ogni bolla è stata costruita con omogeneità per bisogni, livello di abilità ed età. Le bolle sono state formate sulla base delle conoscenze e amicizie che si sono formate nei centri socio occupazionali. All’interno delle bolle, al fine di non far sentire “soli” o spaesati i ragazzi, sono stati inseriti compagni che già si conoscevano. Stessa scelta è stata fatta per l’assegnazione degli operatori: a ogni bolla sono destinati 3 operatori e 2/3 figure di supporto all’ equipe. Gli operatori sono stati destinati alle bolle con ragazze e ragazzi con cui avevano già iniziato un percorso.
Questo passo è stato indispensabile per cercare di creare una zona di confort e di familiarità di fronte alla paura del cambiamento. Il progetto ha aperto dubbi, perplessità e complessità organizzative. Le maggiori perplessità sono emerse dai ragazzi e le loro famiglie: questo cambiamento radicale della struttura, del luogo che si è frequentato per anni, dei compagni e operatori ha creato uno smarrimento interiore.
Come ci ha raccontato la responsabile di una delle bolle “all’inizio sarà difficile accettare il cambiamento. Le ragazze e i ragazzi, insieme alle loro famiglie sono spaventati perché ancora non hanno iniziato a vivere concretamente il progetto. È un visone progressista. Non una organizzazione definitiva. Il progetto verrà modificato sulla base dei loro bisogni e aspettative. Sarà in continua evoluzione. È davvero una opportunità per i ragazzi per spronarli a crescere”.
C’è anche, chi ha preso il cambiamento con molto entusiasmo e come opportunità per fare nuove esperienze, per divertirsi e per dare il meglio di sé.
Ogni cambiamento che incontriamo nella nostra vita può spaventare, portare a incertezze, malinconia perché si abbandona la propria zona confort in cui si è stato per tanto tempo. Ma, ogni cambiamento, che all’inizio spaventa, può diventare una nuova occasione di crescita. Il primo passo è conoscere, esplorare insieme ai propri compagni di bolla e agli operatori.
Il nuovo ambito socio occupazionale è solo all’inizio. Scopriremo nei prossimi mesi come le ragazze e i ragazzi stanno vivendo questa nuova fase di crescita della loro vita insieme ai loro compagni e operatori.