Lo scorso 23 agosto nella splendida cornice dei Chiostri di San Pietro, si è tenuto un incontro toccante con Grégoire Ahongbonon, incentrato sul tema del disagio psichico, della cura e della ripresa di una vita il più possibile serena.
L’evento, dal titolo: Sofferenza psichica e catene, un legame da spezzare, aperto a tutta la cittadinanza è stato molto partecipato e ha avuto come protagonisti: Enrica Salsi del Centro Missionario Diocesano Reggio Emilia; il Professor Gian Maria Galeazzi, ordinario di psichiatria all’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl cittadina e Maurizio Gozzi, Amministratore Delegato del Poliambulatorio 3C Salute e dipendente della Cooperativa L’Ovile.
Grégoire Ahongbonon è nato in Benin nel 1953. Nel 1991 fonda l’associazione St. Camille de Lellis, che si occupa delle persone con sofferenza psichica. Da semplice gommista, ha deciso di consacrare la propria vita al servizio del prossimo, in una realtà, quella africana, dove la malattia mentale è ancora imputata a forze demoniache e i malati sono temuti e scacciati dalla società.
Al rientro da un viaggio a Gerusalemme, Grégoire decise di agire per migliorare le condizioni dei malati richiusi negli ospedali psichiatrici della Costa d’Avorio perché: «erano reietti e abbandonati da tutti. Io e la mia famiglia decidemmo di dedicare la nostra vita ad aiutare quelle persone […] ed iniziai ad occuparmene, senza essere né medico né infermiere».
Grégoire Ahongbonon ha dedicato tutta la sua vita ha spezzare le catene che ancora oggi ingabbiano i corpi e le menti di quanti si trovano a convivere con questo male invisibile e inesorabile.
Dopo un momento di crisi personale ed economica, decise di investire quanto guadagnato dalla sua attività di taxista nella cura e nel sostegno dei malati. Spinto da un sincero amore verso il prossimo, fonda punti di accoglienza in Costa d’Avorio, Benin, Togo e Burkina Faso. A questi luoghi Ahongbonon ha affiancato centri per il reinserimento professionale, nei quali insegna differenti attività, affinché i malati possano rendersi utili e, una volta ristabiliti, diventino operatori.
Grégoire con la sua attività ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in tutto il mondo, sempre spinto dalla volontà di restituire ai malati psichiatrici una vita dignitosa.
«La storia de L’Ovile è legata a filo stretto con il tema e lo spirito della serata. Il nostro lavoro ha avuto inizio proprio con il sostegno ai soggetti in cura all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Ciò che ci muove è da sempre lo stare insieme, perché è nella relazione con l’altro che trova espressione la Cura», afferma Patrizia Bonacini, vicepresidente della cooperativa.
Grégoire Ahongbonon ci ha mostrato quanto sia importante mantenere vivo lo spirito di comunità, nella convinzione che l’uscita dall’isolamento è il miglior antidoto contro lo stigma della malattia mentale.