Nasce una collaborazione tra il servizio salute mentale alta protezione e il gruppo 1 di STRADE, servizio per il tempo libero delle persone con disabilità, a partire da un eserciziario del progetto Erasmus+ Stepping Stones che lavora sulle emozioni.
“Riconoscere le emozioni, sia in sé stessi che negli altri, è come interpretare un linguaggio complesso. Sperimentare le emozioni e vederle negli altri ha molti strati. Così come si presta attenzione a vari indizi come le espressioni facciali, il linguaggio del corpo, il tono di voce e il contesto per capire le emozioni di qualcun altro, è necessario applicare lo stesso livello di attenzione a sé stessi.”
Questo è l’incipit della sezione dedicata alle emozioni del Workbook, o Eserciziario, per la recovery della salute mentale, terzo output del progetto europeo Erasmus+ Stepping Stones, conclusosi nel 2024.
La collaborazione tra Valentina Campani, psicoterapeuta e responsabile del progetto Stepping Stones per il suo servizio, e Patrizia Boni, referente del gruppo 1 STRADE, nasce dalla volontà di lavorare sulle emozioni con le e gli ospiti con disabilità, valorizzando l’esperienza europea.
L’Eserciziario è stato un ottimo punto di partenza, perché contiene informazioni generali sulle emozioni e sul loro funzionamento, sull’autoregolazione emotiva, sulle modalità di comunicazione delle emozioni, con suggerimenti per esercizi individuali – racconta Campani. Lo strumento ha generato una riflessione con Patrizia, con cui poi abbiamo costruito un’esperienza ad hoc per le persone beneficiarie del suo gruppo.
Il progetto è partito dal riconoscimento e dal racconto delle emozioni di base: gioia, tristezza, paura, stupore, disgusto, rabbia. Attraverso varie tecniche artistiche ed esercizi, le e i partecipanti hanno documentato le loro emozioni per imparare a riconoscerle e per esprimere il loro personale vissuto su di esse. A seguire, Campani e Boni hanno strutturato insieme una proposta educativa in più appuntamenti. L’aiuto e l’esperienza di Valentina sono stati essenziali, e l’Eserciziario davvero comodo per pensare a come costruire un percorso di senso – commenta Patrizia Boni.
Il progetto prevede più incontri in cui le e i partecipanti lavoreranno sul riconoscimento delle proprie e altrui emozioni insieme a Valentina e Patrizia, cercando di immortalarle e rappresentarle con diversi mezzi, che catturino l’esperienza anche in modi originali.
Il percorso punta a realizzare un “gioco dell’oca delle emozioni”. Come siamo arrivati al gioco dell’oca? – racconta Patrizia Boni – Collaboriamo da tempo con le scuole primarie della città: volevamo creare qualcosa di fruibile, divertente ed educativo insieme, inclusivo. Il gioco ci è sembrato perfetto, perché tutto si impara molto meglio divertendosi.
Il gioco è stato pensato per essere fruibile con tutti i cinque sensi, per avvicinare le persone a prescindere dalle loro capacità e percezioni.