Da giugno 2022 cooperativa L’Ovile è coinvolta nel bando della Protezione Civile “Accoglienza Diffusa”, promulgato per accogliere le persone di nazionalità ucraina in fuga dall’invasione russa e dalla conseguente guerra. Ne parlano i referenti Cosimo Pederzoli e Sonia Lerose.
Un progetto di accoglienza, capillare sul territorio reggiano, che ha saputo rispondere ad una tragica emergenza europea: questo è l’impegno preso da cooperativa L’Ovile per l’accoglienza di famiglie ucraine in fuga dalla guerra all’interno del progetto Accoglienza Diffusa in capo alla Protezione Civile.
Lavorando in Raggruppamento Temporaneo di Impresa con altre realtà regionali, di cui è capofila cooperativa sociale Dimora d’Abramo (con cui peraltro L’Ovile sta intrattenendo rapporti di collaborazione molto fruttuosi sull’accoglienza migranti) è stato possibile accogliere fino ad ora 19 persone inserite sul territorio di Correggio, e anche un gatto.
Non è futile indicare la presenza di un animale domestico. Le persone in fuga sono spesso traumatizzate da un avvenimento che ha letteralmente spazzato via i propri cari e le proprie vite: avere il conforto e l’affezione del proprio animale domestico significa sentirsi meno soli e avere, per quel che è possibile, una parvenza di normalità nella quotidianità stravolta.
Le persone accolte vengono da regioni diverse dell’Ucraina, appartengono a generazioni differenti e hanno intenzioni diverse per il proprio futuro: c’è chi vorrà rientrare in patria terminato il conflitto e chi si fermerà in Italia.
A prescindere dai loro piani o desideri, il progetto Accoglienza diffusa ha offerto loro un posto sicuro, sostenendo al contempo alcune necessità attraverso servizi quali: insegnamento della lingua italiana, orientamento legislativo, mediazione linguistico-culturale, sostegno psicologico.
«Conoscendo le persone accolte abbiamo avuto modo di costruire progetti personalizzati, come l’inserimento lavorativo in aziende locali» spiega Cosimo Pederzoli, che insieme a Sonia Lerose coordina il progetto per L’Ovile. «Abbiamo sostenuto lo sviluppo di talenti artistici con corsi musicali, l’implementazione della rete sociale femminile tramite gli incontri presso il Centro “Donne del Mondo” e l’integrazione con lezioni di italiano a domicilio. Speriamo di poter continuare a costruire il percorso insieme a loro, nel presente e nel futuro; ma, soprattutto, speriamo che il conflitto in Ucraina possa cessare al più presto».