Si è rinnovato a gennaio 2021 il Bando quadriennale Inclusione Sociale indetto dal Consorzio Oscar Romero con l’intento di promuovere progetti di sviluppo delle autonomie, costruzione di relazioni sociali e promozione di nuove competenze per persone con fragilità in carico al Servizio di Salute Mentale dell’AUSL di Reggio Emilia.
Nel bando sono presenti Consorzio 45 e CORESS, mentre la cooperativa L’Ovile partecipa come capofila per portare avanti un lavoro già in essere, parte integrante della mission e dell’azione de L’Ovile sul territorio: «Abbiamo un’esperienza e uno storico come cooperativa su questo tipo di servizi alla persona e a questa particolare utenza» ricorda Francesca Cavedoni, responsabile del settore Salute Mentale (medie e basse protezioni), Carcere e Accoglienza Femminile della cooperativa. «Lavoreremo su tutto il territorio provinciale di Reggio Emilia, da Guastalla a Castelnovo Ne’ Monti, con progetti molto diversificati e dispiegheremo insieme a CORESS venti operatori, per andare ad ampliarne il numero durante lo svolgersi del progetto» prosegue Francesca.
Le azioni concrete negli intenti del bando sono di due tipologie. Un servizio di assistenza domiciliare, come supporto all’abitare che agisca su fronti differenti: «Secondo il progetto “budget salute” stilato con i Servizi, si lavorerà su diversi asset dei beneficiari, in rapporto uno a uno, fornendo assistenza presso il domicilio che può variare dalla gestione dell’economia famigliare, alle autonomie nel lavoro, all’implementazione di una solida rete sociale. L’importanza e l’efficacia di questa strategia sta nella personalizzazione degli interventi, quindi nella variabilità e nella capacità di adattarsi ai veri bisogni dell’utenza» precisa Cavedoni.
Un’altra parte delle azioni saranno mirate a interventi di gruppo: i beneficiari saranno inseriti in contesti di vario tipo, ad esempio i centri socio-occupazionali della cooperativa, e coinvolti nelle attività in programma in questi centri, sia di sviluppo delle capacità lavorative, sia attività ricreative per costruire nuove relazioni sociali.
Inoltre, verrà gestito un gruppo con l’obiettivo di svolgere attività a stretto contatto con il territorio, come le già sperimentate visite guidate ad aziende agricole ed escursioni. Anche in questo caso, gli obiettivi sono molteplici: aumentare le capacità di relazione e sperimentare sul campo i livelli di autonomia delle persone coinvolte.
«Non dimentichiamo il peculiare momento di emergenza sanitaria in cui ci troviamo. Prima della pandemia svolgevamo una serie di attività differenziate, oggi il ventaglio tra cui scegliere sarà più ristretto, ma non ci facciamo fermare dalle necessarie variazioni che le nuove limitazioni impongono. Siamo correttamente attrezzati con i dispositivi di protezione individuale e gli operatori attuano procedure chiare per garantire la sicurezza di tutti e la prevenzione dei contagi da COVID-19» segnala Francesca.
La pandemia ha certamente cambiato l’orizzonte e le capacità di azione, generando nuove fragilità o acuendo le preesistenti situazioni: «Siamo tenaci e determinati nel progetto perché abbiamo visto quanto il distanziamento sociale, le nuove regole imposte per la sicurezza sanitaria abbiano accentuato solitudini e sofferenze. Questi progetti aiutano fortemente a combattere gli effetti negativi e i disagi che inevitabilmente insorgono nelle persone fragili.» sottolinea Cavedoni, che ci racconta quanto la consapevolezza della situazione attuale non debba essere un limite, ma uno stimolo per trovare sempre nuove soluzioni che garantiscano alle persone seguite il benessere e la prosecuzione dei loro progetti di autonomia.