DPCM dopo DPCM, Decreto-legge dopo Decreto-legge, Tania Platani, Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) della cooperativa L’Ovile ha ben chiari i mesi passati e la situazione attuale in fatto di contenimento della pandemia Covid-19.
Come sono andati i mesi trascorsi? Intensi. Gli aggiornamenti alle varie disposizioni ministeriali in materia di contenimento dei contagi da Sars-Cov-2 sono arrivati quasi sempre il sabato o la domenica, con l’obbligo di essere messi in atto in 4-5 giorni. Questo ha richiesto di inseguire le normative per mantenersi performanti. La criticità della nostra cooperativa è la grande variabilità tra i vari servizi, che richiedono di declinare le norme a seconda delle particolarità e dell’operatività dei diversi lavori.
Un lavoro svolto in team. Ci spiega come? Certo. Devo ringraziare tutte e tutti per il lavoro di squadra che stiamo portando avanti, triangolandoci tra settori strategici:
Quali aspetti secondo lei hanno funzionato meglio? Nella gestione del Covid-19 bisogna tenere conto che la competenza e l’impegno non bastano. Ci vuole anche la fortuna. Siamo stati fortunati, con il 50% di lavoratori fragili e maggiormente a rischio contagio. Al contempo voglio sottolineare tutti gli sforzi concreti che sono stati compiuti, che hanno indubbiamente fatto la differenza. Sono davvero soddisfatta da moltissimi punti di vista.
L’azione dei RES ci ha permesso di mappare i rischi dei vari servizi e di elaborare procedure specifiche e “cucite” sulla singola realtà. È stata quasi sempre una corsa contro il tempo, con riunioni ad ora tarda, perché essere snelli e veloci è fondamentale per bloccare i comportamenti errati e soprattutto per divulgare al più presto le disposizioni necessarie al contenimento dei contagi.
Ci sono stati servizi più complicati di altri, per la loro normale struttura: più mansioni ci sono, più è complicato definire le specifiche responsabilità e gli obblighi. I RES hanno segnalato minuziosamente le necessità dei servizi. Proprio i RES sono stati i più attenti non solo perché ricoprono un ruolo di vigilanza, ma hanno una grande responsabilità nell’aiuto all’elaborazione dei protocolli e nella loro condivisione. È stato davvero uno sforzo cooperativo.
Teniamo conto anche del grande lavoro del CED, che ha strutturato nuove possibilità per permetterci di continuare molte mansioni e formazioni attraverso le potenzialità della tecnologia. La connessione è stata garantita senza intoppi e la formazione specifica si è svolta con modalità nuove, adattandosi in maniera veloce.
Infine, ci siamo resi conto di come avere un Responsabile interno e non appoggiarci ad una consulenza esterna abbia abbattuto significativamente i tempi e aumentato l’efficienza della nostra azione.
Qualcosa invece non è andato per il verso giusto? C’è davvero poco da segnalare. Alcune resistenze ci sono state, penso all’utilizzo della mascherina nel modo corretto e al rispetto delle regole di base. Far capire che queste restrizioni sono per il bene di tutti, soprattutto di chi ha patologie pregresse o un’età avanzata, a volte non è stato facile, ma ci siamo riusciti parlando con le persone interessate e chiedendo la massima collaborazione.
Si direbbe un bilancio positivo, ma il lavoro è tutt’altro che finito. Come intendete procedere? Innanzitutto, continuando ciò che abbiamo iniziato: investimenti e azioni concrete.
Sono sempre a disposizione per tutte le lavoratrici e i lavoratori e per tutte le sedi i Dispositivi di Protezione Individuale (mascherine, guanti, gel disinfettante): è possibile ritirarli in segreteria. L’Ovile ha scelto di investire nei DPI in modo da garantire un magazzino, per essere preparati ai mesi che verranno.
Abbiamo implementato le pulizie delle sedi con prodotti specifici da parte di personale correttamente formato per svolgere queste igienizzazioni; anche questo un investimento di non poco conto per la cooperativa.
Sono fiera poi di segnalare che, a fronte di una relazione continua di mesi e mesi fatta di telefonate ed e-mail, siamo riusciti finalmente ad attivare presso l’ASL le vaccinazioni sul personale maggiormente esposto a rischi (Operatori Socio-Sanitari). I RES hanno sondato l’interesse dei lavoratori e poi, in forma privata, ciascuno ha dato indicazione della propria volontà di vaccinarsi. Questo succedeva prima del 1° aprile, momento dopo il quale la vaccinazione è diventata obbligatoria per certe categorie lavorative. Mi sembra giusto sottolineare che la cooperativa si è mossa dichiarando la necessità della vaccinazione con largo anticipo.
Lo sforzo di questa squadra va supportato con i comportamenti corretti dei lavoratori. Facciamo un riepilogo delle regole fondamentali da applicare SEMPRE.