Il Servizio Civile Universale è un’opportunità di crescita personale e professionale per tantissimi giovani: acquistare competenze professionali, creare relazioni, investire le proprie energie a servizio della comunità.
Anche quest’anno la Cooperativa L’Ovile ha accolto i volontari e le volontarie del Servizio Civile Universale nei suoi progetti di inclusione e valorizzazione sociale.
Alice è una delle volontarie assegnate al servizio socio-occupazionale Nessuno Escluso presso La Polveriera. Il progetto in cui Alice è stata inserita intende favorire l’inclusione sociale di giovani ed adulti con disabilità, valorizzando le potenzialità di ogni persona e promuovendo il superamento delle barriere mentali che impediscono una vera integrazione nei contesti di vita e familiari. Durante questo anno Alice, insieme alle figure professionali, avrà l’opportunità di costruire con le persone con disabilità relazioni fondate sull’empatia e la condivisione di esperienze.
Dopo la presentazione degli altri volontari, è il turno di Alice! Vogliamo raccontare la sua scelta con questa intervista. Buona lettura!
Come sei venuto a conoscenza del SCV?
A: Stavo cercando informazioni su possibili opportunità di volontariato e ho trovato notizie sul Servizio Civile. Ne avevo già sentito parlare da amiche che hanno fatto questa esperienza in altre organizzazioni. Ho deciso di fare domanda anche io quest’anno. A scuola purtroppo nessuno mi ha presentato il Servizio Civile, forse perché ho studiato lingue e marketing e non ho fatto studi strettamente legati al sociale, ma credo sarebbe importante per tutti sapere di questi percorsi.
Perché hai scelto questo progetto tra tanti?
A: Inizialmente avevo scelto un altro progetto, legato al tema del riciclo e recupero degli oggetti. Non sono stata selezionata e allora mi hanno proposto altre alternative possibili. Ho rifiutato il servizio in campi estivi e doposcuola, perché era un tipo di attività che non mi interessava. Quando poi è emersa la possibilità di inserirmi nel centro Nessuno Escluso in Polveriera, mi è sembrata una soluzione interessante. Volevo provare un’esperienza nel sociale e volevo confrontarmi con il contesto della disabilità. E poi c’era una parte creativa e un’attenzione ai materiali ed al loro recupero, che si avvicinava alla mia scelta iniziale. In quel periodo lavoravo e la mia idea era quella di combinare lavoro e Servizio Civile. Ho provato a conciliare i due impegni, ma non era fattibile. Non è stato facile scegliere e rinunciare al lavoro, ma questo è quello che volevo fare.
Quali sono i timori per l’anno che ti aspetta?
A: Non sapevo se potevo essere adeguata ad un centro con persone che hanno diverse disabilità. Temevo di non avere le capacità e competenze necessarie. Per ora mi sono inserita bene e spero di poter continuare così.
Quali sono le aspettative e i desideri per l’anno di SCV?
A: Purtroppo il Covid ci costringe ad organizzarci in “bolle”. Devo lavorare solo con un gruppo di operatori ed utenti e ogni gruppo si concentra su certe tipologie di attività. La parte creativa è quella che mi interessa di più e che vorrei coltivare, ma voglio conoscere anche altri tipi di proposte di attività.
Mi piacerebbe capire ancora meglio l’ambito disabilità. Non ho fatto l’università e potrei valutare un percorso di studi nel sociale. Ho capito che servono titoli di studio ben precisi per poter lavorare in questo settore.
A livello personale mi porto a casa la condivisione con i singoli utenti. Mi rallegra sempre molto vedere il raggiungimento di piccoli obiettivi, lavorando con un ragazzo ancora inesperto e coinvolgendo quelli più esperti perché possano dare consigli, essere di esempio. Mi sento ancora nuova e penso ci sarà spazio per apprezzare altre cose.
Hai altri progetti per il futuro? Come ti vedi fra 5 anni?
A: Non ho ancora le idee chiare, ma credo che mi piacerebbe entrare nel sociale. Mi piace molto anche viaggiare e non escludo di fare un’esperienza di volontariato o lavoro nel sociale anche all’estero.