Il Servizio Civile Digitale è in corso nella nostra cooperativa. La volontaria di Servizio Civile Federica Fasolino ci racconta le azioni svolte e gli impatti generati.
Il progetto DIGIT the future ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo e il potenziamento delle competenze digitali delle persone, con particolare attenzione alle categorie più fragili. In cooperativa L’Ovile si rivolge a lavoratrici, lavoratori e persone beneficiarie dei centri socioccupazionali, per contribuire ad abbattere il digital divide che preclude diverse opportunità a chi non padroneggia gli strumenti digitali.
Il progetto si sviluppa all’interno degli Obiettivi 4 e 10 dell’Agenda 2030. È finanziato dall’Unione Europea (PNRR), gestito dal Dipartimento del Consiglio Dei Ministri per la Trasformazione Digitale ed è stato progettato in partnership con Consorzio Veneto Insieme, Confcooperative Emilia-Romagna, Consorzio Oscar Romero e altre realtà cooperative del territorio emiliano e veneto (coop. Polis Nova, coop. Gea, coop. Comunità di Venezia, coop. Germoglio, consorzio Sol.Co. Verona, Confcooperative Emilia-Romagna-sede di Ravenna).
Formazioni e mansioni nelle ore operative sono state pensate per giovani donne e uomini dai 18 ai 28 anni che vogliano raggiungere il ruolo di facilitatore digitale per il proprio territorio, come abbiamo raccontato qui.
Da novembre 2023 due ragazze, una presso la sede del Consorzio Oscar Romero in Polveriera e l’altra presso la nostra cooperativa, sono impegnate nello sviluppo e nel potenziamento di servizi di sportello, di laboratori e corsi di facilitazione digitale, comunicazione dei servizi e di scambio di buone prassi.
In cooperativa L’Ovile abbiamo accolto Federica Fasolino, che ha scelto di raccontarci la sua esperienza.
Ciao Federica, descriviti brevemente per chi sta leggendo.
Sono una studentessa di ingegneria gestionale, vivo a Reggio da 9 anni. Mi definirei determinata, testarda, timida.
Di che cosa ti sei occupata durante questo percorso?
Il divario digitale è causato sia dal mancato accesso alla tecnologia, quindi un limite fisico, sia dalla scarsa conoscenza dello strumento, quindi da un limite di competenza. Con la guida dell’Operatore Locale di Progetto, Luca Corradini, mi sono occupata di questi due ambiti prioritari.
Innanzitutto, ho lavorato per dare accesso alla tecnologia a tutte le persone della cooperativa, dal personale impiegato all’utenza accolta, con particolare attenzione alle esigenze delle persone fragili. Mi sono occupata di installare la linea internet in tutte le sedi dove ancora mancava, ad esempio negli appartamenti.
Per quanto riguarda la conoscenza degli strumenti, con la collaborazione di lavoratrici e lavoratori ho revisionato e semplificato il database delle schede di sicurezza dei prodotti chimici, che era complesso e molto articolato. Mi sono interfacciata con operatrici, operatori, lavoratrici, lavoratori, effettuando test di utilizzo della piattaforma. In questo modo, abbiamo capito i punti deboli della piattaforma e li abbiamo corretti, per rendere il database pratico e accessibile anche a persone con fragilità. Ora le schede sono state catalogate e l’utilizzo della piattaforma è più agevole.
Ho anche supportato la compilazione del questionario per la parità di genere. Per alcune persone con fragilità questo tema può essere complesso; mi sono messa volentieri a disposizione per aiutare nella comprensione dei quesiti. Per questo ruolo, l’equilibrio è stato fondamentale: dovevo aiutare a capire, mantenendo un distacco che permettesse la totale autonomia di risposta della persona, per non falsare i dati.
Nei prossimi mesi, mi occuperò di privacy, in particolare della semplificazione della piattaforma che cataloga le documentazioni della cooperativa.
Secondo te, che conseguenze porta il “rimanere indietro” nell’ambito digitale, ossia il digital divide, per le persone con cui hai lavorato a L’Ovile?
L’aspetto più invalidante è l’esclusione dalla società. Internet è uno strumento che semplifica la nostra vita, dall’identificazione, alle attività quotidiane come fare acquisti, prenotare servizi, trovare informazioni.
La tecnologia è diventata imprescindibile. Conoscere e padroneggiare gli strumenti ottimizza il tempo dedicato ad attività di routine, a favore di una maggiore autonomia in altri ambiti. Credo che questo sia molto importante per persone che hanno necessità particolari o fragilità, perché può aiutarle a migliorare il proprio tenore di vita e a creare occasioni di inclusione e socialità.
Tra le attività che hai svolto, quale ti ha stimolata di più?
Non ce n’è una in particolare. Tutte le attività svolte sono stati passaggi collegati tra loro, il primo ha permesso il secondo e così via. Così, siamo arrivati a fornire alle persone maggiori competenze: il percorso nel suo insieme è stato stimolante.
Posso dire che un’esperienza sfidante è stata il supporto alla compilazione del questionario sulla parità di genere. Per poter essere d’aiuto ho imparato a adattarmi ad ogni persona, a leggere le sue caratteristiche (linguistiche, comportamentali, cognitive) e capire le sue esigenze.
Quale ritieni sia l’aspetto in cui sei più cresciuta?
A livello umano sono diventata più consapevole, sia di me e delle mie caratteristiche, sia del territorio in cui ho scelto di vivere e delle sue peculiarità. Ho imparato a rapportarmi con persone che vivono esperienze e contesti di vita molto diversi dal mio, e questo mi ha arricchita.
A livello professionale, venendo da studi di ingegneria gestionale, l’idea di impresa che conoscevo era molto orientata sul valore economico. In cooperativa ho scoperto un altro modo di essere impresa, concentrato sul benessere di una comunità e di un territorio, senza perdere di vista gli obiettivi economici necessari per sostenere tale impegno.
Senti di consigliare questa esperienza a un’amica o a un amico e perché?
Assolutamente sì. Io stessa ho scelto di svolgere il Servizio Civile Digitale perché mi è stato consigliato! La consiglierei perché le esperienze che ho fatto hanno generato un bagaglio di consapevolezze che mi hanno accresciuta umanamente e professionalmente, aprendomi orizzonti inesplorati.
Credo possa essere un bel banco di prova per chi si approccia a questa esperienza da molto giovane: è un’opportunità di crescita lavorativa e un modo per capire se un certo percorso fa per noi oppure no, aiutandoci nelle scelte future.