Il 25 settembre, una tavola rotonda organizzata da cooperativa Officina Immaginata e Confcooperative Terre d’Emilia, ha riflettuto sui diritti al lavoro delle persone con background migratorio e sulle esperienze di lotta allo sfruttamento lavorativo. Presenti la vicepresidente Cocchi e l’educatrice Sara Fioresi.
Si è parlato di lavoro giusto e rispettoso, di desideri e aspettative lavorative, nella tavola rotonda Lavoro giusto dello scorso 25 settembre, tenutasi al Centro Giovani Ca’ Vaina di Imola. Il talk era parte di un evento più ampio organizzato da cooperativa Officina Immaginata e Confcooperative Terre d’Emilia sul tema dei desideri di vita e delle opportunità per le persone con retroterra migratorio.
Al dialogo hanno preso parte la vicepresidente Elisa Cocchi – moderatrice insieme a Eduardo Raia, presidente del Gruppo Giovani – e Sara Fioresi.
Secondo Cocchi, a livello economico, civile e umano, è fondamentale parlare di demercificazione del lavoro per aprirsi a nuove prospettive economiche e per sviluppare politiche comunitarie rispettose dei vissuti delle persone.
Lo ha dimostrato la testimonianza indiretta di un lavoratore della cooperativa L’Ovile fornita da Sara Fioresi. Nell’entrare in contatto con il personale dei percorsi contro lo sfruttamento lavorativo la persona ha manifestato diffidenza. In seguito, sono emerse in lui le convinzioni errate rispetto a cosa poteva ambire come lavoratore straniero, frutto di narrazioni volutamente fuorvianti ed esperienze negative in cui i suoi diritti erano stati violati. Da lì, destrutturando i condizionamenti ricevuti, si è arrivati ad un’assunzione nel contesto cooperativo.
E non è l’unica storia positiva. Ad oggi, già tre persone provenienti da questi percorsi lavorano stabilmente nella nostra cooperativa, come operatori del servizio ambientale.
Proprio di condizionamenti errati ha parlato Giovanna Bondavalli, esperta di politiche per l’integrazione, l’inclusione, la convivenza, amica e collaboratrice di cooperativa L’Ovile. Evidenzia Bondavalli: “Ciò che per il nostro contesto lavorativo è inequivocabilmente una violazione dei diritti civili di una persona, non è così in altri Paesi del mondo, e pertanto non è vissuto come tale da chi vi proviene. Su questo cortocircuito informativo”, ha proseguito Bondavalli: “giocano datori di lavoro senza scrupoli, trovando terreno fertile in chi è abituato a giustificare certi soprusi nella propria vita lavorativa. Il nostro lavoro punta prima di tutto a scardinare queste credenze errate nelle persone, perchè possano percorrere una strada di uscita definitiva dallo sfruttamento”.
Durante l’evento, sono intervenute anche esperte ed esperti di Gruppo cooperativo Solco Civitas, Mondodonna Onlus e l’Assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Imola, Giacomo Gambi.