La terra dà sempre i suoi frutti, se sappiamo curarla e aspettare. Da qui parte la riorganizzazione della cooperativa agricola La Buona Terra di Rivalta. Gli obiettivi e gli intenti sono molteplici, ma spinti da valori importanti, condivisi dalla cooperativa: il rispetto del suolo e dei viventi, la curiosità verso approcci colturali innovativi e di qualità, ma soprattutto operare un’agricoltura di tipo sociale, strumento operativo attraverso il quale sviluppare politiche di welfare in ambito territoriale.
Nel periodo invernale, i campi ospitano solo alcune coltivazioni (aglio, cavoletti di Bruxelles) in attesa della primavera; molte più varietà sono presenti invece nelle serre (spinaci, bietole, insalate, cipolle, fave, piselli), che assicurano la continuità della produzione agricola.
Oltre all’ampliamento delle coltivazioni rispetto al passato, che continuerà e avrà sua piena realizzazione dopo il prossimo aprile, quando gli orti regalano maggiore quantità di frutti, La Buona Terra guarda avanti verso approcci innovativi e nuove tecniche di lavoro agricolo.
Attraverso gli scarti di produzione, come le foglie di pomodoro e di ortica, vengono preparati dei macerati biologici che agiscono come prodotti omeopatici dedicati alle piante: le sostanze sviluppate dal processo di macerazione risultano fondamentali componenti chimici per arricchire il suolo e rinforzare il sistema immunitario delle piante coltivate. Si sa che le piante, fin dall’antichità, sono state utilizzate per le loro proprietà curative. A La Buona Terra, queste caratteristiche vengono implementate a favore dei vegetali stessi, con benefici indiretti per l’uomo, che può alimentarsi con ortaggi biologici e ricchi di nutrienti.
Un altro ambito in via di sviluppo è lo studio dell’agricoltura rigenerativa: si ricreano le condizioni per garantire salute e proliferazione dei microorganismi necessari alla conservazione della fertilità del terreno in un contesto come l’orto. L’idea alla base di questo approccio è quella dell’orto sinergico, che ricerca nelle coltivazioni un equilibrio il più possibile naturale e rispettoso tra le armonie presenti in natura e la necessità di garantire una produzione agricola stabile. Una cultura di coltivazione che promette grandi risultati di fronte alle sfide ambientali che sono già drammatiche realtà in alcuni luoghi del pianeta.
Pietro Rituani, che si occupa delle coltivazioni, ci racconta: «Applico il mio amore per la Natura nel lavoro quotidiano. Vi sono straordinarie connessioni tra gli esseri viventi, esseri umani compresi, gli ecosistemi naturali e i loro processi di funzionamento. E questo vale soprattutto in un ecosistema che non è naturale ma di origine antropica, come l’orto. Quando cerco soluzioni e mi impegno per garantire la produttività del suolo, mi chiedo sempre se quello che sto facendo sfrutta la terra o la aiuta, se la impoverisce o le permette di dare più frutto in modo sostenibile. Questa deve essere una priorità quando si lavora in un sistema agricolo che non vuole essere intensivo, ma rispettare i ritmi della natura».
I lavoratori si avvalgono di preziose collaborazioni, frutto del lavoro di accoglienza e inclusione sociale della cooperativa: in questi mesi hanno svolto tirocini e stage presso l’azienda agricola persone con differenti fragilità, inserite nei progetti de La Buona Terra a vario titolo, ragazze e ragazzi accolti come richiedenti asilo, e alcuni volontari addetti al servizio di vendita.
Presso il punto vendita de La Buona Terra, all’interno dell’azienda stessa, è possibile acquistare i prodotti agricoli. Inoltre, la collaborazione con il progetto SemiLiberi porta gli ortaggi de La Buona Terra al mercato contadino di Piazza Fontanesi del sabato mattina. La cooperazione tra servizi agricoli non finisce qui: tutte le eccedenze di produzione de La Buona Terra vengono lavorate nel laboratorio alimentare di SemiLiberi presso il carcere, dando origine a creme, salse e altri derivati biologici.
Il desiderio de La Buona Terra è quello di sviluppare maggiormente le sinergie con le altre realtà del territorio e con la cittadinanza. Si sta già lavorando per aprire lo spazio dell’azienda agricola, quando si potrà, alla creazione di occasioni di coinvolgimento di famiglie e bambini, per mostrare tutto il buono di un’agricoltura sostenibile alla comunità locale. In quest’ottica, le collaborazioni attivate, ora allo stadio iniziale, con la rete di associazioni del territorio risulteranno fondamentali per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e di un’alimentazione genuina, attenta al suo impatto sul pianeta.
Non ci resta che attendere il momento in cui il seme del cambiamento germoglierà.