Lo scorso 30 settembre, professioniste e professionisti dell’accoglienza di persone richiedenti asilo a Reggio Emilia hanno approfondito opportunità e risultati raggiunti dalle pratiche di etnopsicologia svolte insieme a donne con background migratorio in un seminario all’interno della settimana della salute mentale 2024.
Lo scorso lunedì 30 settembre, a La Polveriera, il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa Consorzio Romero, che gestisce i centri di accoglienza straordinaria per persone richiedenti asilo per conto della Prefettura di Reggio Emilia, ha presentato il lavoro svolto dall’equipe di etnopsicologia a favore delle persone migranti ospitate. Il seminario, dal titolo Migrazione, tra vulnerabilità e risorse: Buone pratiche per la promozione della salute psicofisica delle donne richiedenti asilo sul territorio di Reggio Emilia è stato realizzato nell’ambito della settimana della salute mentale 2024.
Il raggruppamento, con capofila il Consorzio Romero, opera attraverso i gestori Dimora D’Abramo, L’Ovile, Centro sociale Papa Giovanni XXIII, Ceis Reggio Emilia, Madre Teresa, La Vigna, garantendo accoglienza a 1.350 persone in appartamenti dislocati sul Comune di Reggio Emilia e della provincia.
Tra i servizi erogati in rete (mediazione linguistico culturale, somministrazione di corsi di lingua italiana, informazione e orientamento legale, gestione amministrativa, assistenza sanitaria) è stata presentata l’attività del servizio di sostegno psicologico relativo all’accompagnamento delle donne richiedenti asilo.
L’etnopsicologia è lo studio delle relazioni che esistono tra le caratteristiche morali, mentali e intellettuali di un popolo, un’etnia e/o una cultura in relazione ad un altro popolo o cultura, con l’obiettivo di facilitare i percorsi di vita di persone con background migratorio. Prevedendo la conoscenza dei modelli culturali differenti da quello di arrivo, l’etnopsicologia raccoglie in sè diverse discipline. Il fine di questi strumenti e metodi terapeutici è quello di studiare le culture altre e intervenire su di esse con cognizione, attraverso nuovi dispositivi terapeutici, nel rispetto di convinzioni culturali, abitudini, sensibilità della persona in trattamento psicologico.
Alla luce di queste esperienze – commenta il presidente Valerio Maramotti – sentiamo ancor più forte l’esigenza di non occuparci solo della pura accoglienza. Vogliamo porre sempre al centro la persona con i suoi bisogni e le sue potenzialità, mettendo in capo tutte le risorse necessarie a far sì che queste persone diventino a pieno titolo componenti della collettività. Riteniamo che questo contribuirà significativamente alla costruzione di quella che inevitabilmente diventerà la “comunità del futuro”.
Per il seminario è stato prodotto e proiettato un video, in cui alcune donne accolte nei centri raccontano l’accompagnamento ricevuto dagli psicologi e dalle altre figure del sistema di accoglienza, i percorsi intrapresi e gli obiettivi futuri.
*Crediti immagine: Alex Green – Pexels